Matteo Lunelli - Le bollicine Ferrari, orgoglio italiano alla conquista del mondo

di Tania D’Ausilio - 15 Ottobre 2022


Made in Italy: da sempre sinonimo di “ben fatto”.

L’italianità che rappresenta nel mondo il valore dell’eccellenza, della passione, della creatività e della cura per i dettagli.


Ciò che rende peculiare il nostro essere italiani, invidiata ovunque, è la capacità di creare un’emozione e saperla trasferire in ogni cosa che facciamo.

La bellezza dei nostri paesaggi, il design, la moda, l’arte e il buon cibo rievocano un’emozione che chiunque, in particolare il turista straniero, si porterà dentro per sempre. Lo stesso si declina nel vino, perché un grande vino è espressione di un territorio e della sua gente.

Il Ferrari Trentodoc è una bollicina che nasce sulle montagne del Trentino e dopo oltre un secolo di storia è diventato il brindisi italiano per eccellenza.

È la bollicina italiana delle grandi occasioni che “celebra il gusto per la bellezza e il saper vivere”. Sono proprio questa bellezza e questo saper vivere che tutto il mondo ci invidia.

La leggenda Ferrari Trento nasce dal sogno di Giulio Ferrari di creare in Trentino un vino che riuscisse a tener testa ai più grandi champagne francesi. Non avendo eredi, nel 1952 affidò il suo sogno a Bruno Lunelli, titolare di un’enoteca a Trento. Grazie alla passione e al grande talento imprenditoriale Bruno ha trasformato in realtà i desideri di Giulio. Oggi Marcello, Matteo, Camilla e Alessandro rappresentano la terza generazione Lunelli all’interno dell’azienda, ormai divenuta Gruppo, con l’obiettivo di portare Ferrari nel mondo quale ambasciatore dell’Arte di Vivere Italiana. Matteo Lunelli, Amministratore Delegato del Gruppo e Presidente di Fondazione Altagamma, ci ha raccontato come nasce un percorso di eccellenza e come il mondo dell’alto di gamma deve continuare a lavorare affinché la stella italiana continui a splendere luminosa nel firmamento del lusso mondiale.

Dottor Lunelli, partiamo dall’evento più recente. Le bollicine Ferrari Trento, protagoniste del G20.
Cosa ha rappresentato per lei e per l’azienda questo traguardo?

“È stato per noi un grande onore essere scelti quale brindisi dei grandi della Terra radunati a Roma per il G20. Il Gruppo Lunelli vuole rappresentare l’eccellenza del bere italiano nel mondo e questa per noi è stata un’ottima opportunità per far assaggiare ai leader mondiali i nostri prodotti che sono espressione delle numerose peculiarità del nostro territorio. Oltre a Ferrari, i partecipanti al summit hanno potuto dissetarsi con l’acqua Surgiva e sperimentare la cedrata Tassoni.

Non è il primo evento istituzionale al quale abbiamo avuto il privilegio di partecipare. Dobbiamo tornare indietro agli anni ‘70 e ‘80, quando l’allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, decise di sostituire allo champagne una bollicina italiana e fu selezionato Ferrari. Da allora abbiamo avuto il piacere di essere serviti in tanti eventi del Quirinale. Siamo inoltre stati il brindisi di varie edizioni del G8 e di eventi importanti come Expo. Nel 1906 Giulio Ferrari vinse un’importante medaglia ad Expo, nel 2015 siamo tornati ad Expo Milano come protagonisti quale brindisi di Padiglione Italia, un momento di grande prestigio”.

Quindi il Ferrari Trentodoc è piaciuto ai leader mondiali?

“Durante il pranzo di lavoro, a cui io ero presente, essendo un momento estremamente istituzionale sono stati compiuti davvero piccoli assaggi. Durante la cena di gala, che era un momento più conviviale, abbiamo ricevuto un ottimo apprezzamento.

A conclusione dell’importante evento abbiamo voluto omaggiare ad ogni capo di Stato una selezione di Ferrari Trento o di cedrata Tassoni”.

Il Gruppo Lunelli rappresenta l’eccellenza del bere italiano. La continua ricerca della qualità, l’eleganza e il legame indissolubile con il territorio sono i valori espressi. Esiste però anche una grande attenzione alla sostenibilità declinata in ambientale e sociale. Ce ne può parlare?

“La sostenibilità ambientale e sociale è un elemento e un valore molto importante della nostra cultura aziendale e del nostro modo di fare impresa.

Siamo molto orgogliosi di dire che durante questo 2020, un anno davvero difficile, siamo rimasti vicino a tutti i nostri stakeholder e abbiamo mantenuto alta l’attenzione verso i territori e le comunità in cui siamo inseriti, nonostante questo periodo ci abbia portato un calo di fatturato a livello di Gruppo di quasi il 20%.

Abbiamo dimostrato responsabilità sociale restando accanto a tutti i nostri collaboratori. Alcune delle nostre aziende hanno subito in modo particolare l’effetto della pandemia, come ad esempio Surgiva, che si rivolge esclusivamente a hotel, ristoranti e bar e abbiamo dovuto ricorrere alla cassa integrazione chiudendo l’azienda per un certo periodo. Per evitare che i nostri collaboratori subissero una riduzione di reddito abbiamo però integrato la cassa integrazione. Inoltre, abbiamo fornito sostegno ai nostri clienti del canale Horeca, concedendo dilazioni di pagamento e organizzando webinar di formazione. Abbiamo infine cercato di sostenere anche le comunità in cui sono inserite le nostre aziende destinando circa 400mila euro di liberalità.

Volevamo dare un forte messaggio di responsabilità sociale e una dimostrazione del nostro forte legame con il territorio. La nostra attenzione alla sostenibilità si traduce anche in una forte attenzione alla tutela dell’ambiente. In Trentino tutti i nostri vigneti di proprietà sono certificati biologici. Fare viticoltura biologica in Trentino è complesso a causa del clima che è sicuramente più ostile rispetto ad altre zone d’Italia. Tuttavia, abbiamo dimostrato che è possibile farlo e abbiamo portato questa cultura della sostenibilità ai nostri conferenti con cui abbiamo condiviso un protocollo di viticoltura sostenibile di montagna. Riteniamo che la sostenibilità sia un elemento che deve abbracciare l’impresa a 360°, sia a livello sociale che ambientale. È un aspetto a cui teniamo tantissimo, infatti abbiamo recentemente concluso il primo report di sostenibilità di Ferrari Trento e abbiamo l’obiettivo di arrivare a pubblicare un report di Gruppo. Riteniamo che sia giusto valutare ogni anno le nostre performance socio ambientali, dichiarando obiettivi precisi per il futuro e misurando costantemente il nostro impegno sul fronte della sostenibilità”.

Il Gruppo Lunelli ha lanciato un piano di sviluppo per far fronte alla consistente domanda di mercato e per continuare a investire sulla qualità dei propri Trentodoc. Si parla di un investimento di quasi 26 milioni di euro per rafforzare lo stabilimento di Ravina e assumere almeno 16 nuovi addetti. Un’azienda che non smette di guardare avanti.

“In realtà l’investimento nei prossimi anni sarà superiore, perché finito l’ampliamento produttivo legato allo stabilimento di Ravina, andremo a lavorare ed investire sul completo rinnovo della struttura di accoglienza.

Stiamo studiando dei nuovi concept per tutta l’area dedicata all’ospitalità e alla visite in cantine.

Nell’arco di 5 anni l’investimento sarà consistente e probabilmente le persone assunte saranno anche di più. Il nostro Gruppo è in forte crescita, abbiamo obiettivi interessanti per tutti i nostri brand, in primis Ferrari Trento che in Italia gode di una posizione di leadership nell’alto di gamma delle bollicine italiane, ma all’estero ha ancora ampi spazi di crescita. La partnership con la Formula 1 va in questa direzione: si tratta di una grande piattaforma internazionale che ci può dare grande visibilità in moltissimi Paesi. Continueremo ad investire sulla qualità e l’eccellenza dei nostri Trentodoc, in campagna e in cantina, su una qualità e un’eccellenza sempre più sostenibili proseguendo un percorso che abbiamo iniziato molti anni fa. Un prodotto di qualità e sostenibile sempre più legato all’esperienza.

Siamo convinti che sia l’esperienza a donare emozione e che solo l’emozione lasci un ricordo indelebile.

Per ogni brand abbiamo degli obiettivi e una strategia ben definiti. Ad esempio Surgiva ha grandi prospettive all’estero. Abbiamo messo a punto un piano su Bisol, che vuole puntare a rendere questo vino un marchio di riferimento del Prosecco Superiore di Valdobbiadene e con cedrata Tassoni vogliamo costruire un progetto di valorizzazione della sua straordinaria tradizione come chiave per il futuro e per posizionarla come la bibita italiana di alta gamma”.

Lo ha accennato prima. Il successo targato Ferrari che ha visto le bollicine italiane sostituire sul podio di Formula 1 i più blasonati champagne francesi. È chiaro il motivo dell’operazione che ha portato a questa partnership, ma che rapporto ha il Gruppo Lunelli con lo sport in generale?

“Ferrari ha un rapporto di lunga data con lo sport e siamo stati il brindisi di numerosi eventi straordinari anche in questo settore. Uno dei più importanti e di storica memoria risale al 1982, quando la nazionale di calcio italiana al Santiago Barnabeu brindò in campo alla vittoria del campionato del mondo di calcio. Il nostro Ferrari Trentodoc ha annaffiato diversi successi di Alberto Tomba, del basket italiano, di Casa Italia durante molte edizioni delle Olimpiadi, l’ultima proprio quella di Tokyo, così ricca di successi e di medaglie. Siamo stati testimoni delle vittorie della Juventus per tanti anni, di Luna Rossa durante l’ultima America’s Cup, e questo ultimo passo in Formula 1 è un po’ il coronamento di questa filosofia.

Il podio della F1 è probabilmente il momento più iconico delle celebrazioni del mondo dello sport. Esserci è motivo di grande orgoglio e una grande opportunità. Inoltre, con la Formula 1 condividiamo molti valori: passione, innovazione ed eccellenza, intesa come il continuo tentativo di migliorare ogni dettaglio. Siamo orgogliosi di aver portato un tocco di stile italiano sul podio di questo evento seguito in tutto il mondo”.

Non dobbiamo dimenticare che sono moltissime le famiglie italiane che celebrano con bollicine Ferrari Trento i propri traguardi e i momenti di gioia…

“E sono proprio le famiglie italiane che hanno reso le nostre bollicine un prodotto così prestigioso. Per noi è motivo di orgoglio costante essere scelti per valorizzare e rendere memorabili i momenti più importanti e le emozioni degli italiani. Abbiamo sempre avuto l’obiettivo di creare prodotti che possano identificarsi con momenti positivi, di felicità, di condivisione, e credo che in questo momento ce ne sia davvero un forte bisogno”.

Di ultima acquisizione il brand “Tassoni”. Storico marchio salodiano con oltre 220 anni di storia. Cosa ha rappresentato per voi questa scelta?

“Tassoni è un marchio storico che è entrato a far parte dell’immaginario collettivo del nostro Paese. Si tratta di un patrimonio straordinario di oltre due secoli. È un brand molto amato che ha avuto una comunicazione diventata iconografica: dai manifesti degli anni venti e trenta, al mitico Carosello, fino alla collaborazione con Mina. Un brand che porta con sé un enorme bagaglio di tradizione ed emozione nel quale crediamo tanto.

Ed è proprio su questo patrimonio che crediamo si possa costruire un piano di sviluppo molto importante, che non andrà a tradire la tradizione, ma porterà a valorizzarla sempre di più e a rinnovarla. Tassoni è un’azienda bellissima, con un marchio forte e un grande know-how. Oltre al brand, vi è anche un “saper fare” straordinario legato alla creazione di aromi naturali; gli aromi vengono estratti da frutti pregiati in maniera naturale attraverso la distillazione. Non vengono usati coloranti chimici, infatti il giallo vivace della nota cedrata è totalmente naturale. È un’azienda che ha un saper fare unico, un marchio meraviglioso e una grande opportunità di crescita che è perfettamente coerente con la filosofia del Gruppo Lunelli”.

Cosa può fare un’azienda che rappresenta il Made in Italy nel mondo affinché il nostro Paese non smetta di essere considerato un’eccellenza?

“Il made in Italy deve continuare a lavorare sui suoi punti di forza. Io credo che tutti i prodotti italiani di eccellenza abbiano uno straordinario potere evocativo perché richiamano nei consumatori di tutto il mondo la nostra cultura, la nostra tradizione e i nostri magnifici territori. Grazie all’emozione trasmessa i prodotti Made in Italy sono in grado di riportare alla mente momenti felici legati al nostro Paese e al nostro stile di vita. Certo è che dobbiamo essere in grado di vincere la sfida della contemporaneità. I nostri marchi hanno grande tradizione, ma devono essere capaci di ingaggiare il consumatore di oggi, di essere contemporanei e di vincere la sfida dei nuovi mercati. L’Italia comunque ha un grande vantaggio competitivo e dobbiamo continuare a sfruttarlo”.

A tal proposito. Come vede il futuro imprenditoriale del nostro Paese? E del settore del lusso?

“Ritengo che il settore del lusso abbia davanti a sé un grande futuro. È un settore che ha continuato a crescere negli anni, che durante l’emergenza ha subìto un importante contraccolpo uscendone però in maniera tempestiva. Non tutti i settori di alta gamma torneranno nel 2021 a raggiungere i risultati pre pandemia, ma molti altri li hanno già raggiunti e nel 2022 il mercato si stabilizzerà. Rimane un grande futuro per il mercato del mondo del lusso a livello mondiale. In questo mercato l’Italia può e deve giocare un ruolo da protagonista e questo lo dico anche come presidente di Fondazione Altagamma: ci sono tutti gli ingredienti per poterlo essere. Da un punto di vista imprenditoriale ci sono però delle sfide da raccogliere in questo mercato.

La prima è dimensionale: il mercato del lusso, per esempio, è dominato da grandi gruppi, di dimensioni enormi, che hanno dei forti vantaggi soprattutto nella gestione del retail o nella comunicazione. In questo contesto a volte le nostre aziende soffrono un po’ di essere di dimensioni troppo piccole per poter competere con successo sul mercato globale e sarebbe auspicabile un processo di aggregazione. Sono molto ottimista e rimango convinto che l’Italia possa giocare un ruolo da protagonista nell’alto di gamma a livello mondiale”.

Quali sono le caratteristiche che portano un’azienda di famiglia a diventare un’azienda di grande successo?

“La sfida per un’azienda familiare è riuscire a combinare quelli che sono i valori e la passione di cui la famiglia è garante, con una struttura e un’organizzazione manageriale.

Per un’azienda familiare è fondamentale saper attrarre talenti, persone con le quali condividere valori e intenti.

Oggi, il nostro Gruppo cresce e si rafforza poiché siamo riusciti a costruire una squadra di manager e collaboratori che con noi condividono la passione per questa azienda e che hanno portato con sé importanti esperienze professionali anche da altri settori. Una volta che sono entrati però bisogna non farli scappare. Per questo è importante dar loro spazio e costruendo un adeguato processo di delega interna. Un’azienda di famiglia tende ad essere fortemente radicata all’interno di un territorio e questo legame deve essere mantenuto e coltivato. In un certo senso la sfida è quella di non perdere le proprie radici ed essere allo stesso tempo un’azienda proiettata nel mondo e capace di operare sui mercati globali.

Noi ci sentiamo un’azienda profondamente trentina ma come gruppo abbiamo anche realtà in altri territori e credo che sia importante mantenere un forte radicamento ed una forte identità territoriale per ciascuno dei nostri marchi. Allo stesso tempo, abbiamo aperto recentemente un ufficio a Milano che per noi è assolutamente strategico per l’attrazione di alcuni talenti e in quanto Milano è la città italiana che può garantire una maggiore proiezione internazionale”.

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