New York è viva, e lotta insieme a noi

03 marzo 2022 - Scritto da Matteo Rivolta


Primavera 2020. Nel pieno della pandemia che ha colpito New York in pieno, era facile leggere sulla stampa e sul web articoli con questi titoli: “2020, fuga da New York”, “fuga da New York, esodo come dopo 11 settembre”, oppure il più letto e diffuso sui social network: “New York è morta per sempre”. Morta. Per sempre.

Primavera 2022. Scrivo queste righe a Manhattan, dove sono da diversi giorni in viaggio d’affari, e New York mi sembra tutto tranne che morta, anzi è viva e lotta insieme a noi per tornare il prima possibile allo stile di vita pre pandemia.

Lunedì 8 novembre è finalmente terminato il travel ban che impediva ai cittadini europei di viaggiare negli Stati Uniti e la risposta dei viaggiatori, dopo quasi due anni di astinenza da visite in America, non si è fatta attendere. A New York per le vacanze natalizie è previsto il tutto esaurito, con i turisti italiani in prima fila; solo dall’aeroporto di Milano Malpensa sono tornati a collegare le due città con cinque voli quotidiani: Delta, American, United, Emirates e la “nuova” compagnia ITA, che ha preso il posto della defunta Alitalia.

PERCHÉ NEW YORK È VIVA: I TRE FATTORI CHIAVE.

Residenti e mercato immobiliare

La principale tesi catastrofista del filone “New York è morta per sempre” era basata sullo svuotamento della città da parte dei suoi abitanti; effettivamente dopo anni di crescita della popolazione dello 0,30% anno, nel 2020 la popolazione è diminuita dello 0,07%, persone che si sono trasferite in altri stati come la Florida; ma la variazione è talmente piccola che già nel 2023 ci saranno più residenti a New York che nel 2019 pre pandemia.

Questi dati ci dicono quindi che la desertificazione di New York stile Detroit post industriale, è una leggenda priva di fondamento, e basta vedere cosa succede nel mercato immobiliare newyorkese.

I valori delle abitazioni sono tornati in crescita, dopo il primo lockdown del 2020, ed oggi si è tornato a vendere anche case in costruzione, senza che il cliente veda il prodotto finito.

Dal mio osservatorio privilegiato, ho parlato di questo con diversi sviluppatori immobiliari newyorkesi che sono tornati a vendere in questi mesi autunnali, appartamenti trilocali da 2,5 milioni di dollari, fino a penthouse da 7.2 milioni di dollari (questi progetti sono locati a Dumbo nel quartiere chic di Brooklyn), cifre che vengono investiti da persone e famiglie ricche, che hanno scelto New York come residenza principale, magari spostandosi da Brooklyn a Manhattan per comprare “più spazio” con gli stessi soldi.

Proof of vaccination

New York registra uno dei tassi di vaccinazione contro il Covid-19 più alti negli USA, pari al 68% di vaccinati con doppia dose rispetto al 60% di media nazionale.

La città di New York ha imposto a tutti (turisti e visitatori compresi), una prova di vaccinazione “proof of vaccination”, molto simile al green pass europeo; si ottiene terminando il ciclo vaccinale (non viene rilasciato solo con il tampone negativo), e consente l’ingresso ai ristoranti, pub, locali, cinema, teatri e convention.

All’ingresso dei ristoranti si viene accolti dalla receptionist che chiede la prova della vaccinazione, insieme ad un documento di identità. (per gli europei il nostro green pass è valido).

Un nuovo sindaco

Dal primo gennaio del 2022 Eric Adams è il nuovo sindaco di New York, archiviando la stagione negativa di Bill De Blasio.

Democratico centrista dal profilo estremamente interessante, Adams, 61 anni, prima di scendere in politica, è stato un poliziotto in forza al NYPD per ventidue anni, entrando in polizia dopo aver fatto parte di una gang newyorkese ed essere stato arrestato per attività illegali.

La sua campagna elettorale si è concentrata sulla lotta al crimine e sulla sicurezza pubblica. Ha argomentato contro il movimento “defund the police”, che mira a diminuire i fondi a disposizione della polizia cittadina.

La salute pubblica e l’economia sono citate come le altre priorità della sua campagna. Le iniziative promosse nella sua campagna includono “un credito d’imposta locale espansivo per le famiglie a basso reddito, investimenti nelle scuole e miglioramenti alle abitazioni pubbliche.”

I TRE SEGNALI NEGATIVI SUL RITORNO ALLA NORMALITÀ

  • L’apocalisse del retail

Passeggiare per Manhattan, in particolare sulla Broadway, l’arteria principale dell’isola che connette Downtown con la Fifth Avenue è diventata un’esperienza surreale.

Almeno il 40% delle attività su strada sono chiuse ed espongono il cartello “to lease” in attesa di nuovi locatari.

Due anni di incassi azzerati senza turisti, combinato con l’esplosione dell’e-commerce, hanno messo le attività di retail in estrema difficoltà.

Il punto più critico del ritorno alla normalità di New York è questo: il ritorno al riempimento delle vetrine su strada passa necessariamente dall’afflusso di turisti che spendono i propri soldi nei negozi newyorkesi.

  • Inflazione

L’inflazione ha continuato a salire il mese scorso - con i prezzi che sono aumentati più del previsto e al ritmo più veloce in più di 30 anni, mentre le aziende sono alle prese con una catena di approvvigionamento bloccata e una carenza di lavoro a livello nazionale.

L’indice dei prezzi al consumo del Dipartimento del Lavoro, che misura un paniere di beni e servizi e i costi energetici e alimentari, è salito del 6,2% in ottobre rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Questo segue l’aumento dal 5,4% di settembre ed è il più grande aumento di 12 mesi dal 1990; è anche il quinto mese consecutivo in cui l’inflazione ha superato il 5%.

Il Bureau of Labor Statistics ha dichiarato che gli ultimi dati che mostrano l’impennata dell’inflazione “sono di ampia base, con aumenti concentrati nei costi di energia, alloggio, cibo, le auto e i camion usati”.

  • Scarsità della forza lavoro

“Il direttore generale di Domino’s Pizza si è lamentato che la sua società non riesce ad assumere abbastanza fattorini. Lyft e Uber dicono di avere problemi analoghi.

Un McDonald’s in Florida ha offerto 50 dollari a chiunque si presenti per un’intervista di lavoro. E alcuni fast food hanno esposto cartelli nelle loro vetrine con la scritta ‘nessuno vuol più lavorare’”, scriveva già a maggio scorso sul New York Times David Leonhardt.

Le ultime statistiche del dipartimento del lavoro confermano che la domanda di impiego è più alta rispetto al numero di coloro che lo cercano.

Questo deriva dal fatto che durante la prima fase della pandemia di COVID-19, molte imprese dovettero chiudere e la disoccupazione salì alle stelle. Per aiutare i disoccupati, il CARES Act aumentò i sussidi di disoccupazione degli Stati Uniti di 600 dollari a settimana, il che aumentò i tassi di sostituzione dei sussidi di disoccupazione (sussidio/salario) a livelli mai visti prima, oltre il 100% per molti lavoratori.

A gennaio, con il termine degli aiuti economici a pioggia, la situazione del mercato del lavoro dovrebbe tornare alla normalità.

Conclusione

New York non è morta, resta ancora la “capitale del mondo occidentale” e lo sarà anche per i prossimi decenni.

Questo è dimostrato dal fattore chiave che determina la crescita o il declino di una città: l’aumento o la diminuzione della popolazione.

New York recupererà tutti i suoi abitanti persi nel 2022 per poi riprendere a crescere, per sfondare entro il 2030 il muro dei 20 milioni di abitanti.

A presto,
Matteo Rivolta


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