Massimo Pasqual - Il Rito, le nuove esperienze del gusto


Si possono reinventare prodotti o servizi già ampiamente consolidati, apportando novità tali da ricreare da zero l’intera esperienza sensoriale?


La risposta è sì.

Il settore della ristorazione italiana non smette mai di sorprendere per la sua capacità di adattarsi, mutare forme e filosofie e integrare l’innovazione all’interno delle proprie dinamiche.

Il Rito, ristorante brianzolo che vuole ribaltare i paradigmi della ristorazione grazie a condivisione, nuove sfide e abbinamenti anticonvenzionali, ne è la prova tangibile.

Tra accostamenti innovativi e il ritorno al centro dell’attenzione della massima qualità possibile, il concetto di esperienza è il nuovo must che farà tornare a volare un comparto vitale per l’intero ecosistema Italia e tra i più invidiati al mondo.

Per capire come nasce questa esperienza imprenditoriale, che fa seguito al successo della catena Mystic Burger, Luxury ha intervistato il fondatore Massimo Pasqual, che per l’occasione ci ha raccontato la sua storia, la sua visione sul mondo dei ristoranti e sul futuro di un settore dal valore altissimo.

Si possono reinventare prodotti o servizi già ampiamente consolidati, apportando novità tali da ricreare da zero l’intera esperienza sensoriale?

Massimo Pasqual, come nasce la sua storia imprenditoriale?

“La mia storia imprenditoriale nasce nel 1997, quando ad appena 20 ho deciso di intraprendere la mia

prima attività.

Si trattava, nello specifico, di una pizzeria con servizio di gastronomia e rosticceria.

Si sono poi susseguiti altri locali, tra cui la catena dei Mystic Burger che conta al momento 3 ristoranti tra Carate Brianza e Como, e un bar interamente dedicato al fenomeno degli aperitivi, all’epoca molto distante dalla popolarità di cui gode oggi.

In tutti i progetti che ho portato avanti, infatti, ho sempre cercato di trovare spunti innovativi che mancassero nel nostro territorio di attività.

Nell’arco degli anni ho capito che, per poter proseguire la mia carriera imprenditoriale nel migliore dei modi, avrei avuto bisogno di trovare un prodotto che non fosse più legato alla mia persona, bensì in grado di generare interesse a prescindere dalla mia presenza fisica nei locali.

Così ho cominciato a dedicarmi al mondo degli hamburger, sul cui successo è poi sorto il progetto di Mystic Burger dove abbiamo ideato un brand che si basa sull’impiego esclusivo di prodotti di altissima qualità e artigianali, bibite e prodotti di nicchia.”

Quando si è avvicinato al mondo della ristorazione?

“La passione per il mondo della ristorazione ce l’ho fin da piccolo. Per me, che venivo da un percorso scolastico di tipo alberghiero, aprire un locale che fosse al contempo una pizzeria da asporto, una rosticceria e un gastronomia è stata una scelta del tutto naturale.

E anche il concretizzarsi di una filosofia che mi caratterizza ancora oggi: quella di una cucina diversa, capace di reinventarsi e perché no, di anticipare i tempi mantenendo un occhio sempre attento alle novità e ai gusti della clientela.”

Come nasce il ristorante “Il Rito” ? E con quale filosofia?

“Nel corso degli anni, dopo la fondazione della catena Mystic Burger, ho realizzato l’importanza di diversificare il prodotto.

Il Rito nasce proprio dalla volontà di diversificare l’hamburger con un nuovo progetto e un nuovo brand, il tutto portando al centro dell’attenzione la qualità e l’esperienza innovativa.

Abbiamo voluto abbinare al prodotto degli ottimi vini, mettendo a disposizione del cliente una cantina importante, ma anche degli champagne in simbiosi con le nostre pizze e birre artigianali del territorio.

Dopo 25 anni, con Il Rito siamo voluti tornare a presentare un prodotto con il quale avevamo già avuto modo di lavorare: la pizza.

Molte cose sono cambiate, a partire da ingredienti e materie prime e, non ultima, la mia conoscenza.

È stato un modo per rimettersi in gioco e reinventare la pizza in modo differente, in modo che fosse cotta al punto giusto, caratterizzata da ingredienti di primissima qualità e diversa da tutte le altre.

Teniamo molto in considerazione anche la condivisione, per questo incoraggiamo lo sharing delle pietanze così da permettere ai commensali un’esperienza gustativa la più ampia possibile.

Ciò consente la creazione di un’atmosfera molto più piacevole e conviviale, che è poi una delle chiavi per fare bene la ristorazione oggi.”

Come immagina la ristorazione di domani?

“La ristorazione di domani sarà sempre più incentrata sul delivery, perché è là che la pandemia e i ritmi di vita frenetici della vita contemporanea ci stanno conducendo.

In aggiunta a ciò, rimanere in casa ordinando del cibo da asporto è senza dubbio una delle attività più richieste del momento in questo settore, perché le persone ne hanno scoperto i lati positivi durante il lockdown ed è probabile che questa scelta, prima obbligata, diventi un’abitudine.

Un altro aspetto nel quale c’è ancora molto lavoro da fare è quello della qualità: la mia esperienza dimostra che bisogna puntare sempre più in alto mirando all’eccellenza, perché mangiare fuori non è più un’esperienza sufficiente per molte persone.

Ciò che richiedono è un livello di qualità culinaria estremamente superiore rispetto al passato, e anche questo è un indicatore importantissimo per chi si appresta ad affrontare le sfide della ristorazione di domani.”

Quali sono i suoi progetti per il futuro?

“I miei progetti per il futuro sono dei format innovativi e sempre diversi che stiamo cercando di sviluppare nonostante l’incertezza del momento, che ha reso il nostro settore uno dei più colpiti in assoluto ma anche quello con più margine per apportare innovazioni significative.

Un altro obiettivo è quello di espandere la presenza de Il Rito anche in altre città, esportando così un modello di fare ristorazione che sia in grado di coniugare ai massimi livelli l’eccellenza qualitativa della cucina con l’esperienza a 360 gradi che ci si aspetta, oggi, varcando la soglia di un locale.”

Per info e prenotazioni visitare il sito:

www.il-rito.com


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